Uno, nessuno e centomila è, cronologicamente, l’ultimo dei romanzi di Luigi Pirandello: iniziato nel 1909, fu pubblicato solo nel 1925; avrebbe dovuto essere una sorta di preambolo alla produzione teatrale dell’autore, invece ne costituì il compendio.
La storia raccontata ripercorre la vicenda di Vitangelo Moscarda, protagonista e io narrante, e della sua scoperta: per ciascuno di noi non esiste un unico e autentico io ma soltanto un io per gli altri, costruito sulle interpretazioni che gli altri danno di noi. Il protagonista, impossibilitato a esistere come “uno”, si rende dunque conto di essere “centomila”, frantumato e disgregato nello sguardo degli altri.
E se tutto è forma e illusione, lo stesso si può dire anche dei ruoli sociali: Vitangelo, approdato alla consapevolezza del carattere contraddittorio della condizione umana, e stretto fra la fissità delle convenzioni (il marito sciocco, il figlio scioperato, il ricco usuraio) e una vitalità impetuosa, non può che scegliere infine la “follia”, diventando “nessuno”, rifiutando la collettività e annullandosi nell’eterna mutabilità della natura.
Romanzo complesso, dalle mille sfaccettature e dalle molteplici implicazioni (che vanno dai richiami culturali del celebre incipit dedicato al “naso che pende” al possibile autobiografismo), ancora oggi continua a suggerirci letture per il nostro mondo: l’angoscia della solitudine, le maschere che usiamo, il sogno di un progresso sostenibile, la necessità di una difesa della natura, l’esigenza di un rapporto finalmente paritario tra uomo e donna, la costruzione di un’autentica etica del lavoro.
Valenza didattica e attività
Preceduto da una presentazione dell’autore e della sua opera, il testo è corredato da schede che fungono da supporto alla comprensione e all’analisi del romanzo nelle sue componenti contenutistiche, linguistiche e narratologiche, e negli spunti di attualità che esso offre. Completa l’apparato didattico una Carta d’identità del romanzo.
L'autore
Luigi Pirandello (1867-1936) studiò a Palermo, a Roma e a Bonn, dove completò gli studi filologici. Tornato in Italia, si stabilì a Roma, avviando un’ampia produzione letteraria che spazia dalla teoria della letteratura alla poesia, dalla narrativa breve al romanzo. Grande fama e successo gli giunsero, però, solo a partire dagli anni ’20, grazie al teatro: l’assegnazione del Nobel, nel 1934, fu il suggello alla sua carriera.
Età consigliata
14+
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